spoils system

spoils system (spoils = spoglie del bottino e system = sistema) in italiano si può dire (ri)cambio (o rinomina) dei vertici, avvicendamento degli incarichi o dei dirigenti, spartizione degli incarichi e si riferisce a un meccanismo che negli Stati Uniti prevede il ricambio della dirigenza e degli incarichi istituzionali a ogni cambio di governo. In italiano questo fenomeno si chiama lottizzazione, clientelarismo, favoritismo e anche nepotismo, ma va precisato che sono alternative con un’accezione negativa assente nell’inglese, perché nell’ordinamento americano è un concetto neutro e normale. Proprio per la sua estraneità alla nostra tradizione giuridica, quando lo spoils system è stato introdotto anche nel nostro ordinamento, ha suscitato molti dubbi sulla sua costituzionalità e anche diversi ricorsi legali.

2 commenti su: spoils system

  • A dire il vero, e al contrario di quanto dice la definizione qui sopra, “spoils system” ha esattamente lo stesso tipo di connotazioni negative di ‘lottizzazione’ o ‘clienteralismo’, come si può intuire da questa definizione (dal NOAD):
    spoils system
    ▶ noun, chiefly US the practice of a successful political party giving public office to its supporters.
    o come è mostrato graficamente qui:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Spoils_system#/media/File:In_memorium–our_civil_service_as_it_was.JPG

    • Negli Stati Uniti lo spoils system è un diritto del vincitore delle elezioni che può nominare i funzionari di propria fiducia a capo degli uffici dell’amministrazione pubblica ma anche dei dirigenti che hanno un mandato della stessa durata dell’organo politico che li ha posti ai vertici. In questo senso è un concetto neutro (non vedo accezioni negative nella citazione NOAD), il che non significa che non possa essere criticato o deprecato anche lì, e per esempio contrapposto ai sistemi basati sul merito.
      In Italia, invece, non è così generale, e riguarda la nomina solo di alcuni vertici (capi amministrazione, segretari statali o comunali…). Per questo motivo è stato al centro di dibattiti sulla sua costituzionalità, e più che un diritto è una prassi (regolamentata parzialmente da alcune leggi), ma dietro il ricorso all’inglese c’è l’edulcorazione di concetti connotati molto più negativamente (la lottizzazione e il clientelarismo non sono un diritto).

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