clan

clan (lett. famiglia) 1) in italiano indica un gruppo chiuso o ristretto (apparentato dalla discendenza, ma anche da rapporti sociali e interessi comuni) e più in generale indica un gruppo o i membri di un gruppo (di appartenenza, per es. il clan di Celentano); 2) spesso ha un’accezione negativa di banda (un clan mafioso, cioè un’organizzazione chiusa legata a una famiglia o a una persona, dunque una cosca), cricca, combriccola, associazione, consorteria, famiglia, brigata, compagnia, congrega, e anche setta; 3) in ambito sportivo si usa anche come sinonimo di squadra, società o scuderia.

4 commenti su: clan

  • Salve Antonio, giusto un’osservazione: nell’ambito della criminalita’, il clan e’ una cosca (curiosita’: ho appena visto un documentario della BBC sulle mafie e il doppiatore traduce ‘mafia clan’ quando i carabinieri dicono ‘cosca mafiosa’).

  • Clan, sotto certi aspetti, l’ho sempre ritenuto solidale a “gens” latino, da cui “gente” italiano. Per quanto concerne le organizzazioni malavitose, nel clan è sotteso qualcosa che esula dal semplice rapporto sanguineo, ossia dalla nozione di “stirpe”. Gens, tra l’altro, viene utilizzato per indicare più che una semplice famiglia, ovverosia una complesso di famiglie accumunate da ideali o generalmente usanze comuni. Alcuni professori universitari, studiosi della civiltà romana, peraltro, si lasciano talvolta sfuggire “gente” al posto di “gens”. A mio avviso, è proprio questo sodalizio tra più famiglie che consente alla mafia di proliferare (il diventare “uno di famiglia”). Forse è un raffronto forzoso, ma mi sembra cogliere il punto.

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