quark sono dei fermioni (un nome in onore di Enrico Fermi) cioè particelle elementari subatomiche che costituiscono (insieme ai leptoni come gli elettroni) gli adroni (che a loro volta costituiscono particelle non elementari, per es. i barioni come protoni o neutroni); ma non circolano alternative immediate dell’anglicismo.
Ricerca parola esatta
Consulta per settore/argomento
- Abbigliamento (104)
- Animali (39)
- Armi e militari (33)
- Arte (37)
- Automobili (67)
- Banca (81)
- Bellezza (47)
- Borsa (61)
- Cinema (127)
- Costume e società (119)
- Criminalità e illegalità (50)
- Cucina (132)
- Economia e finanza (303)
- Editoria (176)
- Fumetti (30)
- Giochi (64)
- Giornalismo (60)
- Grafica (40)
- Informatica (597)
- Leggi e sentenze (41)
- Letteratura (30)
- Linguaggio aziendale (522)
- Linguaggio commerciale (306)
- Linguaggio fiscale (56)
- Medicina (73)
- Mezzi di trasporto (78)
- Moda (168)
- Motori (64)
- Movimenti (37)
- Musica (165)
- Natura (28)
- Navigazione (30)
- Politica (141)
- Pubblicità (110)
- Scienza (46)
- Scuola e formazione (80)
- Sesso (93)
- Spettacolo (202)
- Sport (300)
- Tasti e comandi (25)
- Tecnologia (288)
- Tipografia e stampa (33)
- Tv (86)
- Uncategorized (0)
- Urbanistica ed edilizia (35)
- Viaggi e turismo (88)
3 commenti su: quark
Quark non è nemmeno un anglicismo ma il nome svizzero-tedesco di un formaggio simile alla ricotta, mutuato da questo formaggio alle particelle subelementari cui oggi lo riferiamo per un gioco di parole tratto dal Finnegan’s Wake di Joyce. Che io sappia, anche i francesi, attenti a tradurre tutto nella loro lingua, usano “quark”.
Grazie della segnalazione; il Devoto Oli riporta come etimo di quark: “Termine introdotto nel 1964 dal fisico statunitense M. Gell-Mann, forse riprendendo una parola usata dallo scrittore J. Joyce nel Finnegans Wake (1939)”, e un’altra voce “Quark” dall’etimo diversa parla invece del formaggio…
Non risulta neanche a me che i francesi lo abbiano tradotto, gli spagnoli invece lo hanno anche adattato in “los cuarks”. Un saluto.
Ho dimenticato di farle i complimenti per il sito, di cui avevamo proprio bisogno. Quando leggo certe traduzioni dall’inglese in italiano in cui i termini inglesi sono lasciati tal quali… E quando sento i giornalisti alla televisione…
Guido Parravicini