job shadowing

job shadowing (da shadow = ombra) è molto semplicemente un periodo di affiancamento, come si è sempre detto in italiano, in cui un lavoratore introdotto in una nuova mansione si limita a osservare per apprendere, senza intervenire direttamente: dunque una forma di apprendistato o tirocinio passivo, di osservazione sul campo. L’anglicismo si è diffuso soprattutto nell’ambito del progetto Erasmus Plus per la formazione di docenti e professionisti all’estero che seguono questo percorso spacciato attraverso la denominazione in inglese come un’innovazione formativa.

Una risposta a “job shadowing”

  • Grazie a Gino che ha segnalato questo anglicismo e ha aggiunto una riflessione su quanto avviene nella lingua spagnola che voglio riportare di seguito: <<...ho voluto verificare come se la sono cavata gli spagnoli. Nell’articolo contenuto nel seguente documento ( https://ec.europa.eu/translation/spanish/magazine/documents/pyc_140_es.pdf ) si trova (se ho tradotto bene dallo spagnolo): “apprendimento professionale mediante osservazione”, che secondo me non fa una piega. Nello sesso articolo si spiega anche che in diversi documenti il concetto viene reso in svariati modi a seconda dei contesti: “osservazione di buone pratiche”, “attività di apprendimento per osservazione”, “visite di osservazione in contesti di lavoro”, “osservazione di professionisti”, “osservazione di attività professionali”, “osservazione di una giornata lavorativa”, ecc. L’articolo, poi, conclude così: "En todo caso, cabe anotar que la actividad en sí es la tradicional de un aprendiz en un taller: seguir al maestro u oficial para recibir sus enseñanzas. Por tanto, no habría de resultar tan necesario acuñar nuevas traducciones, que tienen que pasar por el inglés, sobre escenas que ya existen en la lengua española".>>

    Aggiungo che negli anni Novanta, quando lavoravo come volontario in ambulanza, il protocollo per la formazione del personale prevedeva, dopo il corso per soccorrittori e il superamento dell’esame, proprio un “periodo di affiancamento” di 6 mesi, in cui il volontario usciva come osservatore come membro in più dell’equipaggio, e non era abilitato a intervenire (se non per banalissimi compiti di supporto privi di importanza). Solo dopo questo periodo riceveva l’abilitazione. Oggi sembra che tutto ciò sia stato dimenticato, almeno dai giornali e dai formatori che ricorrono all’inglese senza alternative ignorando la nostra storia più recente.

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