pinkwashing, letteralmente una sciacquatura di rosa (sul modello di → whitewashing = imbiancare), indica l’utilizzo dell’emancipazione femminile o di prese di posizione a favore della donna per fini commerciali, per es. le campagne contro il cancro al seno promosse da aziende i cui prodotti sono cancerogeni, oppure che utilizzano madrine spacciate per sopravvissute alla malattia anche quando non lo sono, dunque un’ipocrisia rosa. In italiano si può rendere di volta in volta con femminismo o femminilizzazione di facciata, ipocrisia in nome della donna, o anche letteralmente con l’annacquare di rosa. Es. “Pinkwashing: le aziende si tingono di rosa e inventano una campagna per dare sostegno ai pazienti oncologici, ma in realtà non fanno altro che pubblicizzare i propri prodotti con l’obiettivo di aumentarne le vendite” (Greenme, 20/10/2015); “Pinkwashing è la strategia israeliana di occultamento della violazione dei diritti umani dei Palestinesi sotto la copertura di un’immagine di democrazia e modernità dello stato di Israele esemplarizzata dalla vita dei suoi cittadini gay” (Peacelink, 13/6/2012); “Arabia Saudita, concedere la patente alle donne è anche una mossa d’immagine del governo. (…) Una manovra di pinkwashing che attraverso presunte iniziative in favore delle donne tenta di risolvere l’intera questione della disuguaglianza di genere e distoglie l’attenzione dalla gravità del fenomeno” (Il Fatto Quotidiano, 26/6/2018).
Una risposta a “pinkwashing”
Grazie a Carla Crivello per la segnalazione di questo anglicismo.