4 commenti su: firewall

  • Firewall è firewall. Andata. Come Wifi. Meglio mettersi l’anima in pace. “Programma di protezione” non è un alternativa. Chi ha conoscenze informatiche capirebbe che si parla di un antivirus forse.

  • Nelle altre lingue neolatine nessuno si pone il problema se mettersi o no l’animo in pace di fronte agli anglicismi, perché la questione è risolta a monte. Firewall in catalano si dice “tallafoc”, in spagnolo “cortafuegos”, in francese “pare-feu”…

    Se i signori informatici italiani (ma il problema purtroppo si estende a tutti i settori specialistici, istituzionali, dell’informazione, ecc.) non si vergognassero di parlare italiano, proporrebbero e diffonderebbero dei termini equivalenti italiani adeguati, e la terminologia informatica italiana oggi sarebbe in…italiano! E firewall lo chiameremmo tutti – che so – “parafuoco”, senza considerarlo ridicolo.

    Manca il coraggio e la fierezza della propria lingua. Scusate se non ho scritto niente di nuovo.

    Saluti
    Gino

    P.S. aggiungo solo alcuni dei pochissimi esempi di alternative trovati in Rete:

    “Parafuoco” (https://educalingo.com/it/dic-it/parafuoco)

    “Il parafuoco si trova nel server e filtra tutto ciò che entra o esce dal server” (https://books.google.it/books?id=i-rGBAAAQBAJ&pg=PA651&dq=%22parafuoco%22+informatica&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwioiLS9rvPtAhUCKewKHebeAmsQ6AEwA3oECAYQAg#v=onepage&q=%22parafuoco%22%20informatica&f=false pag.651)

    “Costruisci un ‘muro tagliafuoco’ a difesa del tuo computer”.
    (https://WWW.STOREH24.IT/2015/06/18/COSTRUISCI-UN-MURO-TAGLIAFUOCO-A-DIFESA-DEL-TUO-COMPUTER/)

    • Hai perfettamente colto il nodo della questione. Aggiungo anche che per es. wi-fi in francese è stato accolto ma viene pronunciato alla francese e non all’inglese, anche questo è un segnale di resistenza e di non vergognarsi della propria lingua, come accade da noi dove la nostra classe dirigente è colonizzata nella mente. E i linguisti che utilizzano categorie ridicole che risalgono a più di un secolo fa, come quelle dei “prestiti di necessità”, sono scollati dalla realtà e incapaci di rendere conto dell’attuale interferenza dell’inglese: la “necessità” non ha alcun senso né da un punto di vista logico (e infatti molti anglicismi sono necessari solo in Italia, all’estero esistono degli equivalenti) né da un punto di vista storico. Il punto è che spesso in italiano circolano solo gli anglicismi, non perché siano “necessari” ma perché abiamo un complesso di inferiorità verso tutto ciò che è inglese che ci porta persino a coniare da soli i nostri pseudoanglicismi. Nando Mericoni (Alberto Sordi di Un americano a Roma”) docet, peccato che non faccia più ridere ma sia diventato un segno distintivo sociolinguistico. Il calco parafuoco è davvero raro, ma grazie delle citazioni. In questo dizionario accolgo le spiegazioni e le alternative in uso, quando ci sono. Quando non circolano è possibile usare parafrasi o ricorrere a iperonimi (parole più generali), segnalate come in tutti i dizionari dei sinonimi.

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