cringe

cringe (decurtazione di cringe making = mettere in imbarazzo) è sempre più spesso usato sulle piattaforme sociali per designare qualcosa di imbarazzante (che provoca disagio, vergogna: un personaggio o una situazione cringe, talvolta con accezione equivalente a → trash). La parola sta cominciando a uscire dall’ambito gergale della Rete per comparire anche sui mezzi di informazione, es. “…la sua abitudine di frequentare donne più giovani e un paragone, al limite del cringe” (Vogue.it, 5/1/ 2020).

16 commenti su: cringe

  • Per descrivere questo particolare tipo di imbarazzo o vergogna, propongo i termini:
    -per procura;
    -empatico;
    -indiretto.

  • Mi permetto di far notare che non si può tradurre con i termini appena suggeriti:
    -raccapezzo;
    -rabbrivido;
    -da rabbrividire.

    Esempio, Tizio fa una brutta figura magari senza neanche rendersene conto; Caio, estraneo alla vicenda, prova quell’imbarazzo che avrebbe dovuto avvertire Tizio. Caio prova vergogna al posto di Tizio.

    Per questo ho suggerito i traducenti:
    -vergogna indiretta;
    -imbarazzo per procura;
    -disagio empatico.

  • Mi pare che l’uso che si sta diffondendo è quello legato a qualcosa di imbarazzante. E mi pare che il disagio o qualcosa di penoso che si prova nell’esere imbarazzati non sia necessariamente legato al sé ma può scaturire anche da comportamenti altrui, può contenere già l’empatia che si prova per gli altri senza doverla specificare. Un personaggio cringe, può dunque essere anche raccapricciante, o da brivido, in senso lato e a seconda del contesto, anche se non è proprio calzantissimo. Aggiungere, per restare più fedeli all’inglese (ma nell’italiano spesso è usato come alternativa a trash, nell’uso, quindi anche di cattivo gusto) per procura e simili è sicuramente utile nelle spiegazioni del significato, lo trovo poco praticabile nella sua discorsività.

  • Ribadisco la proposta di raccapezzo, rabbrivido o da rabbrividire. Sono d’accordo con Antonio che l’uso e’ legato a un qualche cosa di imbarazzante. In particolare, di estremamente imbarazzante, al punto che e’ fisicamente fastidioso tanto da farti contorcere, rizzare i peli o farti venire i brividi alla schiena. Cioe’ un qualche cosa cosi imbarazzante che fa rabbrividire o raccapricciare. ‘To cringe’ letteralmente si traduce con ‘fare una smorfia’. ‘Cringe making’ e’ un qualcosa cosi imbarazzante da farti venire le smorfie, da raccapricciarti.

  • In sostanza, dopo tanti rigiri, trovo ottima la traduzione iniziale di Antonio di cringe=imbarazzante (o estremamente imbarazzante) 🙂

  • – Il cringe di quella situazione (sostantivo);
    – Scena cringe (aggettivo);

    – Il rabbrivido di quella situazione;
    – Scena da rabbrividire;

    – L’imbarazzo di quella situazione;
    – Scena imbarazzante;

    – L’imbarazzo indiretto di quella situazione;
    – Scena indirettamente imbarazzante.

    Personalmente continuo a credere che l’ultima traduzione (da me umilmente proposta) sia la più calzante ma, per combattere la guerra contro l’anglomania, accetto tutte le soluzioni possibili.

  • Salve Antonio, da madrelingua inglese trovo la tua definizione originale calzante, anche se aggiungerei ‘estremamente’ o ‘estremo’ a imbarazzante, disagio, vergogna. Riguardo all’accezione equivalente a trash, non mi sembra di averlo riscontrato, ma forse nel senso che il trash potrebbe provocare una sensazione di imbarazzo. Un piccolo accorgimento: essendo cringe-making un aggettivo, richiede un trattino.
    Oltre al significato di cui sopra, cringe in inglese può essere usato nel senso di rabbrividire, indietreggiare, rannicchiarsi dalla paura oppure dal dolore o per servilismo. Coloro che suggeriscono per procura e simili, stanno dando, ancora una volta, un’interpretazione o senso tutto italiano per giustificarne l’uso; basta fare un giro sui dizionari monolingue britannici e statunitensi oppure vedere vari esempi nei giornali e riviste in inglese attendibili per capirlo.
    Per concludere, si può tranquillamente fare a meno di questo anglicismo come nella maggior parte di tutti quelli usati in Italia e non solo.
    Grazie e buon lavoro

  • All’attenzione di Bertelli,
    rigetto l’accusa di voler giustificare l’uso di questo anglicismo (o di altri…)

    Treccani: “provare vergogna (…) per qualcosa fatto da altri”.
    https://www.facebook.com/79170554558/posts/pfbid0R4GtvXpgmj4kXDAmBjooF2Bm9NiMLY8A7YWvu41E8VsLD31Bc2JFAdbe3217zsfQl/

    La Crusca: “imbarazzante (…) per i protagonisti (…) della scena, da provocare, di rimando, imbarazzo in chi osserva”.
    https://id.accademiadellacrusca.org/articoli/cringe/2568

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