Categoria : Informatica

hackathon (hacker + marathon) è una maratona informatica, un raduno (ma anche una manifestazione, una gara, una competizione, una sfida) di smanettoni (informatici) o di sviluppatori (programmatori, esperti o appassionati di programmazione). Il termine → hacker in questo caso non ha un’accezione negativa legata alle attività illegali di intrusione piratesca, ma connota l’abilità nell’informatica, così come maratona si riferisce non alla manifestazione sportiva ma in senso lato alla durata della competizione (es. maratona televisiva). Solitamente questi raduni che durano uno o due giorni sono organizzati da aziende alla ricerca di soluzioni pratiche e coinvolgono una comunità di esperti per valutare e premiare i risultati più utili, efficienti o funzionali che emergono nell’evento. (Es. tratti dai giornali: “A Trento il primo hackathon del calcio italiano”, “Il più grande hackathon dedicato alla Pubblica Amministraz..

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hacker si usa con un’accezione negativa, come sinonimo di pirata informatico, e una positiva che denota l’abilità informatica e in questo secondo senso equivale in italiano a smanettone, esperto di programmazione, mago del computer. Talvolta, proprio per sfidare il sistema e dimostrare la propria abilità, chi si definisce hacker compie violazioni o intrusioni illegali in sistemi protetti, ma l’etica e la filosofia hacker (il termine si usa anche come aggettivo, come in questo caso) non prevede il danneggiamento, il furto di dati, lo sfruttamento per fini personali o l’ottenere guadagni, che invece identifica un → cracker, cioè un pirata vero e proprio, un ladro o criminale informatico, spesso indicato come hacker in modo improprio. L’anglicismo ha generato i semiadattamenti hackerare, cioè penetrare abusivamente in un sistema informatico, e talvolta manometterlo (es. un sito hackerato, cioè violato, e anche compromesso, ma in questo caso è più corretto craccato e craccare/crackare) e hackeraggio cioè l’attività di u..

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hacktivist (hacker + activist = attivista) in italiano è un attivista delle Rete o informatico, chi usa le proprie competenze da → hacker per mettere in atto forme di protesta, di denuncia, di smascheramento di realtà nascoste o di disobbedienza civile, per es. con fini politici o di giustizia sociale. A seconda delle azioni messe in atto, questi attivisti sono di volta in volta percepiti come criminali, terroristi, pirati, sabotatori informatici oppure con accezione positiva, come giustizieri, dissidenti, rivoluzionari informatici che agiscono per fini etici o per denunciare, smascherare e ostacolare poteri forti e ingiustizie (es. tratti dai giornali: gli hacktivist di Anonymous si scagliano contro Facebook; “Gli hacktivist hanno svolto il compito delle forze dell’ordine, scovando pedofili e costringendoli a chiudere i battenti”; “L’ex Miss di bellezza diventa hacktivist con un solo scopo: eliminare Isis e far cadere il Cal..

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hangout (lett. ritrovo abituale) in italiano indica un (programma di) messaggistica istantanea o di videoconferenza, un luogo di incontro virtuale, un faccia a facci..

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hardware (lett. ware = componenti metalliche + hard = dure) in italiano sono le componenti fisiche o materiali di un apparecchio elettronico, le parti meccaniche di un dispositivo in contrapposizione a quelle immateriali, cioè il → software, i programmi che le fanno funzionare. Di volta in volta l’hardware può essere perciò un elaboratore elettronico e tutte le sue componenti, come le periferiche, le stampanti… oppure i dispositivi come cellulari e simili, in altre parole la componentistica, la strumentazione, ogni apparecchiatura, attrezzatura, macchina, macchinario o strumento elettronico in senso fisico (in senso ironico anche f..

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hashtag (hash = cancelletto + tag = etichetta) in italiano indica le espressioni contrassegnate dal simbolo del cancelletto (#) che le precede per renderle rintracciabili su piattaforme sociali come Twitter, Instagram e altre, dunque sono parole chiave, etichettate, marcate, taggate, o condivise. Il termine è di difficile sostituzione, vista l’immediatezza dell’anglicismo e la sua enorme diffusione (es. “Un hashtag per tenere vivo il caso” cioè una parola o espressione chiave o condivisa), ma indica un tema, un argomento; es. tratti dai giornali:“Instagram, Bonucci lancia l’hashtag #Sciacquatevilabocca”(= lancia il tema, l’etichetta, la categoria, l’argomento , la parola condivisa #Sciacquatevilabocca); “Usare gli hashtag su Instagram significa farsi notare” (= usare i cancelletti, le marcature, le parole chiave). L’alternativa di cancelletto circola anche grazie al fatto che Diego Bianchi (in arte Zoro) la usa spesso in alcune trasmissioni televisive al posto dell’anglicismo. Spesso, impropriamente dal punto di vista dell’inglese, si dice hashtag anche per indicare il simbolo # (in realtà sarebbe hash) che in italiano si chiama più precisamente ca..

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hater in italiano si dice più chiaramente odiatore, traduzione letterale dell’inglese che si riferisce agli utenti della Rete avvelenati, provocatori, offensivi, denigratori, maleducati, seminatori di odio, fomentatori di zizzania, gli insultatori che lasciano commenti di odio e disprezzo, oppure insultano pubblicamente i proprietari delle pagine o gli altr..

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